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Questo blog è stato creato con l'intento di far conoscere le mie creazioni, ma anche per condividere con altri la mia stessa passione, inoltre Creo accessori e cose utili per tutti anche su vostra richiesta e modello. Decoro i capi anche con pittura su stoffa come potete notare dalle foto pubblicate. I miei prodotti sono rigorosamente FATTI A MANO. Oltre ai lavori già pronti, potete richiederne altri a vostra scelta. Le foto sono solo indicative. Gli oggetti sono realizzati con materiali di prima scelta e, cosa più importante, si possono personalizzare. Ogni pezzo è unico e originale. Sono a vostra disposizione per qualunque informazione abbiate bisogno, potete contattarmi qui in PVT, sarò felice di darvi qualsiasi informazione o realizzare un vostro desiderio!

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venerdì 2 dicembre 2011

Come realizzare i principali nodi del macramè

Il macramè è un’arte molto antica, probabilmente di origine araba, ed è una tecnica per tessere i nodi. Attraverso questo lavoro è possibile realizzare merletti intrecciati, alla base di cucini, salviette, tovaglie o qualsiasi oggetto che può essere caratterizzato da questo speciale ornamento. Esistono dei nodi base per le prime lezioni, che permetteranno di prendere confidenza con questo divertente e raffinato hobby.
Da un punto di vista storico, la parola macramè deriva dalla fusione di due parole arabe “mahrana” che significa frangia e “rame” che invece vuol dire nodo, che poi rappresenta il punto cardine di questa tecnica. Secondo alcuni studi potrebbe derivare anche dal turco, “mahrama” (fazzoletto). Per iniziare il macramè bisogna dotarsi dei principali attrezzi da lavoro, che sono i seguenti:
  • Un cuscino o tombolone, rotondo o rettangolare (40cmx20cm): sarà il piano d’appoggio su cui lavorare il filato e fissare, con gli spilli, il vostro decoro.
  • Filato a propria scelta (lana, seta, sintetico, corda ecc). E’ importante che sia ben resistente e soprattutto non troppo sottile (del 12 è perfetto), almeno quando si è agli inizi.
  •  Uncinetti per montare i fili sul portanodi.
  • Spilli con capocchia colorata
Prima di incominciare a elaborare i vostri nodi, dovete scegliere un filo (o due) che avrà il ruolo di portanodi e si tratta del filo su cui vengono fissati i nodi stessi e deve essere ben teso, altrimenti sarà improbabile che riusciate a lavorare con agilità.
Il filo portanodi dovrà essere fissato in orizzontale sul cuscino con due spilli  e rimanere tirato come una corda. Individuate poi i fili annodatori, che invece dovranno essere legati sul portanodi. In che modo? La tecnica più semplice è piegare a metà un filo, far passare il cappio dietro il portanodi e infilarci i due gambi pendenti. Tirate.
Vi conviene bagnarvi un pochino le mani con acqua e amido o passarle nel borotalco per riuscire a lavorare con più abilità il vostro filato.


Schema per annidare i fili sul portanodi 


 

                          Schema per realizzare il primo passaggio del nodo cordoncino



Fasi di esecuzione:
  1. Nodo semplice. È il nodo più facile in assoluto e il punto base del macramè. Prendete il filo annodatore, piegatelo a metà e passatelo sotto il portanodi (che deve sempre essere ben teso). A questo punto inserite il filo, nell’asola che si è creata. Ovviamente si può decidere di farlo sia verso destra sia verso sinistra.
  2. Nodo cordoncino.  È un nodo leggermente più complesso, ma la base è strutturata da quello semplice. In questo caso i fili annodatori sono due. Dovete quindi incrociare i due fili e formare due nodi semplici. Il punto questa volta sarà decisamente più spesso e si creerà una sorta di barra. Anche in questo caso è possibile scegliere l’orientamento a destra o a sinistra.
  3. Nodo piatto. Aumentano i fili. In questo caso ne servono ben 4 e di questi 2 hanno il ruolo di portanodi. Il movimento è abbastanza semplice. Dovente tenere fermi i fili centrali e far passare l’annodatore di sinistra sotto i due fili e quello di destra sopra (tirate bene). Il secondo movimento, invece, prevede di fare la stessa operazione stavolta, però, partendo con il filo di destra. Questo è uno dei nodi più usati in assoluto.
  4. Nodo Piatto Alternato. È un’alternativa a quello tradizionale e permette una decorazione un po’ più elaborata. Dopo aver fatto due righe intere di nodi piatti, prendete poi due fili da entrambe le righe e proseguite con un’altra fila di nodi piatti. Potete poi riprendere le righe principali e proseguire il vostro intreccio.
  5. Nodo Navetta. Fate prima di tutto un nodo semplice, poi prendete il filo di sinistra, passatelo sopra quello di destra e fate poi un altro nodo passando dal basso verso l’altro, prima di infilare il cappio dentro l’asola. Ecco qui un nodo che ha l’aspetto di essere doppio.
  6. Nodo perla. Questo intreccio è chiamato da molti anche pallino, proprio per la tipica forma. In questo caso avete bisogno di 4 fili da lavorare e 4 o 5 nodi piatti già formati. Dovete quindi prendere i due fili portanodi, che saranno sicuramente al centro, in mezzo ai 4 fili in lavoro, proprio sopra ai nodi piatti. È abbastanza complicato, quindi vi conviene utilizzare un uncinetto. Tirate poi per arrotolare il pallino verso l’alto. A questo punto potete fermarlo con un altro nodo piatto. E la perla è pronta.

Come realizzare la tecnica batik


Il batik è una tecnica per tingere i tessuti con la cera. È un’arte antichissima che ha attraversato Paesi e tradizioni. Forse i primi batik li possiamo trovare in Egitto proprio ai tempi delle piramidi, anche se una corrente di studiosi sostiene che provengano dalla Cina, dove già nei 206 ac si utilizzava questa tecnica per stampare la seta. Quello che è sicuro è che è metodo divertente per lavorare le stoffe e per confezionare oggetti artigianali di qualità.
Si possono, infatti, realizzare dei teli da usare come copriletto, come foulard per divani o tovaglie. Ma è ideale anche per magliette, borsette o quadri.  La stoffa più utilizzata in origine era la seta, ma va benissimo anche il cotone o della semplice juta.  I tempi di realizzazione sono abbastanza lunghi: ci vogliono in media sei ore per un batik piccolino fino a 3 o 4 giorni per quelli grandi.

Materiale per realizzare il batik:
  • un pezzo di stoffa a piacere
  • una cornice in legno per fissare il tessuto
  • cera d’api mista a paraffina
  • colori per la stoffa
  • Canting o pennelli per la cera



PROCEDURE:

  • Sciogliere la cera. La prima operazione sta proprio nel rendere liquida la cera d’api e la paraffina. È un procedimento molto semplice, ma va fatto possibilmente lontano dai bambini, perché potrebbero scottarsi. Prendete un padellino in acciaio e fondete i due prodotti, miscelandoli con un cucchiaio di legno, a bagnomaria. Si consiglia di non appoggiarsi ai fornelli della cucina, ma di utilizzare un fornelletto da campeggio per evitare di sporcare: quando raggiunge i 60 gradi ed è un velo trasparente, è pronta.  In commercio trovate la cera da batik con già al suo interno la giusta dose di paraffina (50 e 50) e il termometro.
  • Preparare la tela. Come detto prima, siete liberi di scegliere il tessuto da voi preferito, tenendo conto che le prime volte è bene acquistare un prodotto economico per sperimentare ed essere liberi di sbagliare. I batik possono partire da una base chiara e da una base molto colorata, a vostro gusto, come il blu elettrico o il nero. È importante riflettere sulla tonalità, perché da questo dipende anche la scelta dei colori, che devono emergere in modo deciso. Prendete poi la cornice e fissate la tela. Deve essere ben tesa.
  • Preparare i colori. I colori per i tessuti spesso non sono liquidi. Nei colorifici specializzati trovate sicuramente un prodotto pronto all’uso. Nel caso invece riusciate a reperire solo quelli in polvere dovete diluirli con dell’acqua. Attenzione però perché dovete aggiungere a ogni litro un cucchiaio di sale fino, mentre ci vuole mezzo bicchiere di aceto se il tessuto prescelto è la seta. Mescolate con cura per ottenere un composto ben amalgamato. E mi raccomando dosare bene l’intensità dei colori in base alla tela.
  • Tracciare il disegno. Il primo passaggio realmente operativo sta nel disegnare a matita la traccia del soggetto che avete prima realizzato si carta. Per delimitare il disegno dovete passare ora la cera con un pennellino o il cating in quelle zone che non andrete a colorare, in questo modo il tessuto non si tingerà e soprattutto non si formeranno sbavature. Fate ben asciugare la cera e poi s’inizia con il colore.
  • Bagno di colore. Ora immergete il vostro tessuto nel colore che avete prescelto. Quando la stoffa sarà ben impregnata, dovrete metterla in acqua calda (non bollente) e lasciarla a mollo finché l’acqua non diventerà fredda. Tirate poi fuori il tessuto, la cera verrà via facilmente e lasciatelo asciugare.  L’operazione va ripetuta per ogni tonalità di colore che volete aggiungere. Ricordante di incerare sempre la parte che non dovrà essere colorata. Per questo motivo consiglio di non usare mai più di due o tre tonalità.

Come Eliminare Le Macchie Di Muffa Dai Vestiti


La muffa è uno di quei nemici invincibili con cui tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti. Riuscire a stare in un posto in cui la muffa non si insinui è un'impresa impossibile, e per questo dobbiamo capire come evitarla e, una volta che ci ha colpito, come eliminarla. Abbiamo visto come combatterla in casa, ma come dobbiamo comportarci quando anziché i muri, colpisce i nostri vestiti? 

Occorrente
  • Pennello
  • Prodotto per il lavaggio a secco (non obbligatorio)
  • Secchio con dell'acqua
  • Nei casi più estremi, della candeggina
 
·    Pennello. In primo luogo, spazzolare il capo d'abbigliamento ammuffito con un pennello. Questo non deve essere fatto all'interno del baule o del contenitore in cui lo abbiamo trovato, in quanto le spore possono passare ad altri vestiti all'interno o si possono semplicemente spostare da un punto all'altro dell'abito che vogliamo pulire. Se le istruzioni per il lavaggio del tessuto recitano "lavare esclusivamente a secco", dopo questa spazzolatura dobbiamo utilizzare un prodotto per il lavaggio a secco o, meglio ancora, portarlo in lavanderia. In ogni caso nei prodotti da supermercato dovreste trovare le istruzioni specifiche per la rimozione delle macchia di muffa Esposizione solare. Se le istruzioni per il lavaggio della muffa non sono presenti sul prodotto, o non lo riuscite a trovare, provate a spazzolare il capo e portarlo all'esterno per esporlo alla luce diretta del sole. Questo perché il calore può uccidere la muffa. Ma può funzionare solo quando il capo non è completamente infestato, ma c'è solo una macchiolina.
·    Mettere a bagno in acqua. Se le macchie rimangono dopo questo tentativo, pretrattare il tessuto in acqua fredda e poi lavarlo in acqua calda a mano.
·    Asciugare all'aperto. Una volta lavato, bisogna asciugare il tessuto ammuffito. Può darsi che qualche spora sia sopravvissuta, e così se l'asciugate nell'asciugatrice c'è il rischio che la macchia si ripresenti dopo un po' di tempo. In questo caso meglio stendere l'abito al sole, come nella fase 2, in modo che la luce del sole possa uccidere qualsiasi spora rimanente.
·    Macchie ostinate. Se alcune macchie più ostinate persistono, immergere solo la zona macchiata in una soluzione di candeggina (candeggina diluita con 2 cucchiai in 250 ml di acqua) per circa 10-15 minuti e poi rilavare. Un'alternativa alla candeggina è immergere le aree colorate nel succo di limone, applicare un po' di sale e poi mettere nuovamente il capo al sole ad asciugare. Una volta che il tessuto è asciutto, lavare la zona macchiata con l'acqua. Se il tessuto non è di cotone, utilizzare una soluzione di acqua ossigenata (il rapporto tra perossido e acqua dev'essere 1 a 6). Ri-stenderlo ad asciugare al sole. Questo dovrebbe funzionare.
Consigli & avvisi
  • Prevenzione. Prevenire le muffe è meglio che eliminarle, e per farlo basta mantenere le aree in cui intendiamo lasciare i nostri capi a lungo, prive di umidità, in particolare non rimettendo nell'armadio gli abiti bagnati o umidi, utilizzando inibitori di umidità quando si mettono a posto i vestiti e/o spruzzare formulazioni fungicide. Ciò è importante perché non solo la muffa è brutta e difficile da trattare, ma può anche indebolire il tessuto, rendendolo più facilmente strappabile.

Come Attaccare, Decorare E Inventare I Bottoni


Non sai neanche attaccare un bottone? E allora incomincia imparando alcune regole. Ogni bottone per dimensione e peso dovrà essere proporzionatto al capo a cui dovrà essere attaccato.Cosi come il filo e l'ago necessari per cucirlo saranno proporzionali al bottone 

 



·      Fondamentalmente ci sono due tipi di bottoni: a 2 o a 4 buchi o col gambo. Appoggiare il bottone a due buchi nella posizione desiderata poi passare con l'ago contemporaneamente attarverso la tela e i fori del bottone, prima nel primo buco dal basso verso l'alto, poi nel secondo buco dall'alto verso il basso.Dopo alcuni passaggi ritornare sul rovescio ed eseguire alcuni punti di fermatura sui fili tracciati.

·     Per i bottoni a quattro buchi procedere come per i bottoni a due buchi, passando con l'ago prima in una coppia di fori poi in quella vicina. A volte è necessario che i bottoni per essere facilmente utilizzati, siano leggermente staccati dal tessuto.Si lasciano, in questo caso, i passaggi di filo un pò più allentati e prima di fermare il filo, sul rovescio si fanno alcuni giri attorno ai punti, tra il bottone e la tela.

·     Per i bottoni col gambo si fanno tanti piccoli punti paralleli in modo che il " piede " del gambo rimanga aderente al tessuto. A volte, quando il bottone è pesante rispetto al tessuto che lo deve sostenere, sul rovescio viene cucito un piccolo bottone piatto. I due bottoni vengono cuciti contemporaneamente e mentre e quello più grosso vengono lasciati i fili allungati per creare un gambo, quello più piccolo dovrà rimanere ben aderente al tessuto.